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In the rhythm of the dance: from classical tragedy to the “tragic rhythmic movement” of pantomime dancing

I. Lada-Richards


Abstract 

Una forma spettacolare assai diffusa nel periodo tardo ellenistico e imperiale era la pantomina, una danza durante la quale un unico ballerino, in silenzio, impersonava personaggi mitici accompagnato da musica e canto. Il ritmo era fornito al danzatore da una composita orchestra e in special modo dalle percussioni che includevano il cosiddetto scabellum, probabilmente una ‘linguetta’ di ferro attaccata ai piedi di alcuni musicisti. Da un punto di vista ‘evolutivo’, la pantomima era vista come una sorta di genere discendente dalla tragedia greca classica: di qui il riferimento, (soprattutto) nelle iscrizioni, al genere e ai ballerini come “tragedia ritmica” (enrythmos tragôidia), “poesia tragica ritmica” (enrythmos tragikê poiêsis), “movimento tragico ritmico” (tragikê enrythmos kinêsis), “attore di movimenti tragici ritmici” (tragikês enrythmou kinêseôs hypokritês). Questo contributo analizza alcune delle modalità attraverso cui la drammaturgia pantomimica abbia realizzato il passaggio dal teatro di parola a quello del corpo, dal momento che la funzione primaria della comunicazione di “azione”, “carattere” e “passione” passa dal ritmo verbale a quello corporeo, cioè dal ritmo provvisto da metro recitato o cantato alla danza, movimento e gesti ritmicamente misurati.


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