MICHÈLE FABIEN TRADUTTRICE DI PLAUTO
DEM201151117
Virginia Balestrini
Abstract
Michèle Fabien, drammaturga belga attiva tra gli anni ’70 e gli anni ’90, realizza nel 1991 un adattamento dall’Amphitryon di Kleist e ne pubblica l’anno dopo la sceneggiatura (ed. Didascalies), insieme ad una traduzione di propria mano del testo originale di Plauto. Unicumnella sua produzione, il testo si lega alle altre pièces dell’autrice per l’attenzione portata al personaggio femminile. Il presente contributo si propone dunque di analizzare le scelte traduttive che ruotano attorno al nucleo tematico-linguistico di Alcmena, partendo dall’assunto dell’artista secondo cui «traduire c’est aussi écrire».
Michèle Fabien, drammaturga belga attiva tra gli anni ’70 e gli anni ’90, realizza nel 1991 un adattamento dall’Amphitryon di Kleist e ne pubblica l’anno dopo la sceneggiatura (ed. Didascalies), insieme ad una traduzione di propria mano del testo originale di Plauto. Unicumnella sua produzione, il testo si lega alle altre pièces dell’autrice per l’attenzione portata al personaggio femminile. Il presente contributo si propone dunque di analizzare le scelte traduttive che ruotano attorno al nucleo tematico-linguistico di Alcmena, partendo dall’assunto dell’artista secondo cui «traduire c’est aussi écrire».
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