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Vasiliki Kousoulini: Ships and Female Choreia in Euripides’ Plays

DEM20251404013646

Vasiliki Kousoulini


Abstract

This paper examines the relationship between ships as objects described by women in Euripides’ plays and female choral song. Ships are not only linked in these contexts to female choreia. They are the means to the mobility of women that has as an implication the loss or the restoration of their identities as performers of choral songs. Women brought by ships, or taken to ships by force, are presented as displaced chorus leaders or chorus members. They cease their previous choreia and resort to silence, loud cries, or lamentation, a form of choreia that is often described as unmusical. In less dire circumstances, the ships are also the means of restoring their previous status and choral identity in some of Euripides’ plays.


Questo articolo esamina la relazione tra le navi, così come sono descritte dalle donne nelle tragedie di Euripide, e il canto corale femminile. In questi contesti, le navi non soltanto sono collegate alla choreia femminile, ma rappresentano anche il mezzo della mobilità delle donne, mobilità che comporta la perdita o il recupero della loro identità come esecutrici di canti corali. Le donne condotte dalle navi, o trascinate a forza verso di esse, vengono presentate come corifee o membri del Coro sradicate dal loro ruolo. Esse interrompono la choreia precedente e ricorrono al silenzio, alle grida o al lamento, una forma di choreia spesso descritta come priva di musicalità. In circostanze meno drammatiche, le navi sono anche lo strumento attraverso cui, in alcune tragedie di Euripide, le donne possono recuperare il loro precedente status e la loro identità corale. 


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