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I doni di Medea. Tra reciprocità e vendetta

DEM201847364310

Lavinia Scolari


Abstract 

What is the role of gifts in Medea’s story, and what do they convey? By the means of her gifts, Medea seems able to build relationships and, conversely, to take revenge upon her enemies. Moreover, on the basis of the gifts, she interprets offences and revenge as the reversals of the positive reciprocity mechanisms in which she is involved. So, starting from the assumption that Medea is, above all, a “female giver”, the paper explores the most relevant representations of her mythic tale, in the light of the category of gift. Therefore, in the first part (“the gifts for Jason”), we will pay particular attention to Pindar’s, Apollonius Rhodius’, Ovid’s and Valerius Flaccus’ portrayals of Medea’s gifts, without overlooking the most important mythographic sources (Apollodorus and Diodorus Siculus); in the second part (“the gifts against Jason”) we will examine Euripides’ and Seneca’s tragedies, in comparison with Dracontius’ Medea, in order to highlight the way by which Greek and Roman authors rewrite her myth in relation to the dynamics of positive reciprocity and their violations.


Qual è la funzione dei doni nella storia di Medea, e che cosa ci comunicano? Attraverso di essi Medea sembra in grado di costruire relazioni e, all’opposto, di vendicarsi sui suoi nemici. È sulla base dei doni che interpreta offese e vendetta come inversioni dei meccanismi di reciprocità positiva in cui è calata. Partendo dunque dall’assunto che Medea sia, innanzitutto, una “donatrice al femminile”, il contributo esamina le più rilevanti rappresentazioni della sua storia mitica alla luce della categoria del dono. Pertanto, nella prima parte (“i doni per Giasone”) si presterà particolare attenzione alle “Medee” di Pindaro, Apollonio Rodio, Ovidio e Valerio Flacco, senza tralasciare le più importanti fonti mitografiche (Apollodoro e Diodoro Siculo); nella seconda parte, si esamineranno le tragedie di Euripide e Seneca, confrontandole con la Medea di Draconzio, al fine di evidenziare il modo in cui gli autori greci e romani ne riscrivano il mito in rapporto alle dinamiche di reciprocità positiva e alle loro infrazioni.


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