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Eloi Creus: La tragedia classica come mezzo di rinnovamento del teatro catalano dell’inizio del XX secolo: la traduzione indiretta a dieci mani dell’Edipo re (1903)

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Eloi Creus


Abstract 

By the end of the 19th century, Catalan theatre was in a state of stagnation. Since writers of the so-called Renaixença, who were intent on recovering the Catalan tongue as a language both of culture and of public use, had focused mainly on poetry, playwriting remained somehow relegated to a sort of second literary division which called for a profound renovation. Catalan playwrights turned their interests to the tragedies of the Italian poet D’Annunzio, particularly to his La città morta, and to classical Greek tragedy. One of the most fascinating experiences was the staging of Oedipus Rex, directed by Adrià Gual in Barcelona, in 1903, using a translation that had been entrusted to a team of five well-known writers: an indirect ten-hand translation. We intend to study such a translation on the basis of the hermeneutic model propounded by Lawrence Venuti (2013), which states that any translation should be appraised in view of the influence exerted on its own literature, and of the motives of its inception, relating the role of the translator(s) to the dominant translation practice in his time and place. So, I want to prove that such indirect approach was a keyway to give prestige to a dramatic literature that was as yet deprived of classical models.


Alla fine del XIX secolo, il teatro catalano si trovava in un momento di stagnazione. Poiché gli sforzi degli autori della “Renaixença”, intenti a recuperare il catalano come lingua di cultura e di uso pubblico, si erano concentrati sulla poesia, il teatro giaceva relegato in secondo piano e reclamava un rinnovamento. I drammaturghi catalani guardarono alla tragedia di D’Annunzio, con speciale fascinazione per La città morta, e, insieme a lui, alla tragedia greca. Uno degli esperimenti più interessanti fu l’Edipo re, presentato da Adrià Gual a Barcellona nel 1903, la cui traduzione fu affidata a cinque diversi scrittori di prestigio: una traduzione indiretta a dieci mani. Nel nostro studio, intendiamo analizzare la traduzione sulla base del modello ermeneutico proposto da Lawrence Venuti (2013), secondo il quale una traduzione deve essere valutata anche in funzione degli effetti che ha avuto nella propria letteratura e cultura, e dei motivi che l’hanno generata, collegando il ruolo del/dei traduttore/i con l’interpretazione traduttiva dominante nel luogo e nel momento in cui viene eseguita. Così, vorremmo dimostrare come questi intenti indiretti siano stati la chiave per conferire prestigio a una letteratura orfana di modelli classici. 


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