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Dall’auralità al mondo digitale, ovvero delle “ingannevoli analogie”.Note a margine di esercizi di “nuova filologia” classica

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Daniele Seragnoli


Abstract 

A collection of essays published a few years ago on the relationship between text and performance, as a proposal for a New Philology, aims at integrating the various disciplines engaged in the historical and theoretical comparison between different ways of textualizing performing arts (poetry, theatre, music and their combinations), from the oral/aural civilization to the current digital era. That is, from ancient theatre to artistic and technological innovations of the twentieth century within sonic poetry, musical experimentation, popular music, cinema and audiovisuals. The review examines the two initial chapters of the book, dedicated to the ancient Greek theatre, indicating some valid questions regarding the history of the theatre, but above all methodological, historiographical and critical limits of the so-called modern abstract New Philology.


Una raccolta di saggi edita alcuni anni fa sul rapporto fra testo e performance, come esempio di “nuova filologia”, si è posta lo scopo di integrare varie discipline impegnate nel confronto storico e teorico tra i diversi modi di testualizzare le arti performative (poesia, teatro, musica e loro combinazioni), dalla civiltà orale/auditiva all’attuale era digitale. Ovvero, dal teatro antico alle innovazioni artistiche e tecnologiche del Novecento nell’ambito della poesia sonora, della sperimentazione musicale, della musica popolare, del cinema e degli audiovisivi. La recensione prende in esame i due capitoli iniziali del libro, dedicati al teatro greco antico, segnalando alcune valide questioni relative alla storia del teatro, ma soprattutto limiti metodologici, storiografici e critici di studi condotti sulla base astratta della cosiddetta moderna New Philology.


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