DEM20251406713646
Cristina Pace
Non è certo un’eccezione, oggi, imbattersi in spettacoli che si rifanno al teatro greco antico: messe in scena, riscritture, adattamenti teatrali, musicali, coreutici. La tragedia greca è, di fatto, ancora fra noi – anche al di fuori delle aule scolastiche e delle università. È allora legittimo domandarsi il perché. Che cosa spinge un regista, un drammaturgo, un artista contemporaneo a frugare nel patrimonio dell’antichità classica, per raccontare di noi, a noi. Che cosa c’è nelle vicende e nelle figure del mito antico che possa ancora interpellarci?
La domanda, che ogni spettatore può porsi, riguarda a maggior ragione chi di quei testi e di quella cultura si occupa per professione, e rientra nella questione, di portata più generale, del senso degli studi classici nella società contemporanea.
…
Scarica l’articolo completo: