DEM202193528904
Elena Sofia Capra
Abstract
The paper focuses on the contexts and meanings of the terms ἄτοπος and ἀτοπία in 5th century Attic theatre (Euripides’ Ion and Iphigenia in Tauris; Aristophanes’ Acharnians, Birds, Frogs and Ecclesiazusae) and aims at an appreciation of the category of ἀτοπία, which is usually rhetorical and scientific, in dramatic texts. It is not, in fact, a simple notion of strangeness and/or stupidity or wickedness, but a complex concept of extraneousness to one’s own time and space, to the universal order or one’s own feelings: in this sense ἀτοπία becomes a technical term of deviance from the ordinary.
Il lavoro si concentra sui contesti e i significati dei termini ἄτοπος e ἀτοπία nel teatro attico del V secolo (Ione e Ifigenia in Tauride di Euripide; Acarnesi, Uccelli, Rane ed Ecclesiazuse di Aristofane) e mira a una valorizzazione della categoria – usualmente retorica e scientifica – di ἀτοπία in testi drammatici. Non si tratta, infatti, di una semplice nozione di stranezza e/o di stupidità o malvagità, ma di un concetto complesso di estraneità al proprio tempo e spazio, all’ordine universale o dei propri stessi sentimenti: in questo senso l’ἀτοπία diventa termine tecnico della devianza dall’ordinario.
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