DEM201967176566
Xavier Riu
Abstract
This paper started as a review of the book Aristotele teorico dello spettacolo by Manlio Marinelli, and for the most part this is what it still is; but at the same time it takes this cue to discuss the notion of opsis in the Poetics and the passages which apparently diminish the importance of performance in the Aristotelian theory. Such passages are contradicted by the notion that it is precisely the visual spectacle what makes tragedy superior to epic. The solution of the contradiction lies with Aristotle’s fine distinctions between disciplines: the dramatic play is a wider thing than poetics, for it is made of several components, and only some of them are the responsibility of the Poetics.
Questo contributo prende l’avvio in forma di recensione al volume Aristotele teorico dello spettacolo di Manlio Marinelli. Allo stesso tempo, però, prende lo spunto da questo libro per discutere il concetto di opsis nella Poetica e i passi che sembrano diminuire l’importanza della performance nella teoria aristotelica. Tali passi sono in contraddizione con l’idea che sia proprio lo spettacolo visuale a rendere la tragedia superiore all’epica. La soluzione della contraddizione si trova nelle distinzioni precise che Aristotele traccia tra le varie discipline: l’opera teatrale va al di là della poetica, essendo composta da varie componenti, delle quali soltanto alcune sono di pertinenza della poetica.
Scarica l’articolo completo: