DEM201516842268
Gennaro Tedeschi
Abstract
The analysis of some passages of Euripides’ Medea brings out from the tragic plot the underlying reality that sometimes overlaps with the mythical story, enriching it with new meanings and allowing the author to propose a different explanation of the facts with an attentive eye to the contemporary problems especially in those parts where the discourse tends to generalize going beyond the personal case. Moreover, the description of idealized Athens in the drama highlights latent conflicts and irreducible inconsistencies existing in the polis. In doing so, Euripides calls into question the limits of the ancient heroic conception inherited from the past and the imperfections of the democratic regime, originating from social fears and ambiguities inherent in xenophobic misogynistic misoneistic preconceptions, inspiring collective behavior and civic measures, but without prescribing a definitive solution or suggesting satisfactory answers: more probably inconvenient message addressed to the spectators is the hopeful hope that the ideal polis, praised by the Chorus, would be realized in the near future after the elaboration of an alternative ethic.
L’analisi di alcuni passaggi della Medea di Euripide fa emergere dalla trama tragica la realtà sottostante che a volte si sovrappone alla storia mitica, arricchendola di nuovi significati e permettendo all’autore di proporre una diversa spiegazione dei fatti con uno sguardo attento ai problemi contemporanei soprattutto in quelle parti in cui il discorso tende a generalizzare andando oltre il caso personale. Inoltre, la descrizione di Atene, idealizzata nel dramma, mette in evidenza i conflitti latenti e le incoerenze irriducibili esistenti nella polis. In questo modo, Euripide mette in discussione i limiti dell’antica concezione eroica ereditata dal passato e le imperfezioni del regime democratico, originate dalle paure sociali e dalle ambiguità inerenti i preconcetti xenofobi misogini misoneisti, che ispirano comportamenti collettivi e misure civiche, ma senza prescrivere una soluzione definitiva o offrire risposte soddisfacenti: più probabilmente il messaggio scomodo rivolto agli spettatori è la fiduciosa speranza che la polis ideale elogiata dal Coro si realizzi in un futuro più o meno prossimo dopo l’elaborazione di un’etica alternativa.
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