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Medea. Attualizzazioni di un mito nella letteratura tedesca fra ‘800 e ‘900

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Laura Auteri


Abstract 

Within the framework of political, social and cultural transformations of recent centuries, the way in which the figure of Medea has been represented in German-speaking countries has changed. This essay uses as its starting point the context of certain periods (from the late 18th to the end of the 20th century) in order to illustrate the main trends of the representation of the sourceress from Colchis. The result is a mixed picture, in which Medea became the victim of a state power with at times misogynist, at times xenophobic, and at times anti-Semitic characteristics until it was to become also a symbol of the unstoppable crisis of the Western world. However, for some limited periods, as at the end of the Second World War, Medea once again became the expression of powerful, dark powers bringing pain and destruction to the world.


Nei paesi di lingua tedesca, con i cambiamenti politici, sociali e culturali che si operano nel tempo, si trasforma anche la percezione della figura di Medea.

Questo contributo, muovendo dal contesto dei decenni che vanno dal tardo secolo XVIII alla fine del secolo XX, illustra le principali modalità di rappresentazione della maga della Colchide. Ne emerge un quadro variegato: la donna è per lo più vittima di un potere che ha tratti ora misogini, ora antisemiti, ora di generale xenofobia, fino a divenire il simbolo della crisi del mondo occidentale. Ma in alcuni circoscritti periodi, come dopo il 1945, Medea torna ad essere figura negativa, espressione di potenti forze oscure che portano dolore e distruzione nel mondo.


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