DEM201161317
Nicolò Casella
Abstract
Due tragedie poco frequentate sono quelle messe in scena per la Fondazione INDA nella stagione 2011 del teatro greco di Siracusa. Una, il Filottete di Sofocle, riconosciuta tra i capolavori del teatro attico, l’altra, l’Andromaca di Euripide, annoverata tra i drammi minori e, con buona probabilità – non figura negli elenchi delle didascalie –, non rappresentata ad Atene. Una, il Filottete, datata con certezza al 409, dopo il colpo di stato oligarchico del 411, quando il declino era già inesorabilmente avviato.
L’altra, l’Andromaca, riconducibile alla prima fase della guerra del Peloponneso – la datazione oscilla tra il 429 e il 425 –, quando l’Attica era già stata più volte devastata dall’esercito di Archidamo, ma nella città sovraffollata perdurava la fiducia nel potere mediatore del logos e non si erano ancora spente le mire imperialistiche di Cleone e del suo partito. Apparentemente nessun filo conduttore collega la tragedia più antica, dominata dai personaggi femminili, a quella più recente, rigorosamente maschile. Solo lo spaesamento e l’isolamento di Andromaca, deportata dalla ricca Troia nel «deserto senza anima viva» della povera Ftia, e di Filottete, espulso dall’armata achea e confinato sull’isola di Lemno deserta, collegano le due vicende tragiche.
Scarica l’articolo completo: