A TANTI PASSI DALLA REALTÀ
DEM201160317
Giuseppe Liotta
Abstract
Piovono tante parole da queste Nuvole di Aristofane, terzo titolo dopo le due tragedie (ma quasi non se ne avverte il cambio di genere), Filottete e Andromaca, dove il ritmo scenico, soprattutto quello legato alla recitazione, ai dialoghi e al comico dei discorsi è come tenuto lontano, e molto a freno, in una rappresentazione che privilegia il disegno accurato e composto degli avvenimenti e della loro ordinata successione piuttosto che una crescente e scoppiettante dinamica delle singole situazioni più vicine allo spettacolo di varietà, e del cabaret, che non ad una commedia erudita, come appare dall’approccio troppo serio con cui gli attori principali affrontano i loro personaggi.
Le Nuvole non sarà un copione tutto da ridere, ma non è nemmeno un racconto morale, filosofico, la trasposizione teatrale di un pensiero da provare a discutere. È una commedia violentemente satirica sull’arte del dire, la parodia di un mondo in cui la parola vince sui comportamenti, la retorica sull’etica, l’apparire sull’essere, la forma sulla sostanza, la frase giusta sulla verità dei fatti.
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