UN INSAZIABILE AMOUR, UN OSSESSIVO CAUCHEMAR
DEM201155317
Sabina Castellaneta
Abstract
Dopo l’allestimento barese del 1992, parte della trilogia Nell’intima dimora, e quello vicentino del 2004, nella suggestiva cornice del Teatro Olimpico, Walter Pagliaro torna con Alcesti mon amour – in tournée nell’estate 2010, rappresentata nel febbraio 2011 al Teatro Forma di Bari – sull’antico motivo folklorico del sacrificio per amore e sulla versione euripidea, la prima letteraria a noi giunta, del mito. Nell’intento di far rivivere sulla scena il raffinato gioco di ruoli e il conflitto tra i protagonisti propri della rielaborazione in forma drammatica di Euripide, il regista affida a due soli attori – mai più di tre nel teatro ateniese – gli otto personaggi della tragedia e ricorre all’uso di maschere, dai colori e tratti esasperati, che assolvono la funzione non solo di identificare i personaggi, ma anche di fotografarne l’interiorità deforme e agghiacciante. Pagliaro si riappropria, per questa via, della complessità e dell’ambiguità del modello, autenticamente tragico e comico al tempo stesso, e scandaglia gli interrogativi che esso lascia aperti.
Walter Pagliaro keeps attending to the ancient folklore theme of sacrifice for love and to the Euripidean version, the first literary one, of the myth, staging Alcesti mon amour – on tour in the summer of 2010, at the Teatro Forma in Bari on Febraury 2011 – after the two plays performed in Bari in 1992 (as a part of the trilogy Nell’intima dimora) and in Vicenza in 2004 (in the suggestive setting of Olympic Theatre). In order to put on the stage the refined role-play and the conflict between the characters peculiar to Euripidean dramatic rewriting of the myth, Pagliaro assigns only two actors – never more than three in Athenian theatre – the eight characters of the tragedy and resorts to masks, with strong colours and features, that help not only to identify the characters, but also to photograph their deformed and dreadful inwardness. In this way the director regains the complexity and the ambiguousness of the model, authentically tragic and comic at the same time, dealing with the questions it leaves open.
Scarica l’articolo completo: