GLI ACARNESI DI ARISTOFANE TRA VERITÀ E FINZIONE
DEM201154317
Martina Treu
Abstract
Le interazioni complesse e ambigue tra concetti come vero e falso, finzione e realtà – ben oltre la loro semplice contrapposizione – sembrano accomunare alcune produzioni teatrali recenti, secondo alcuni importanti critici italiani (per esempio Renato Palazzi) e sono spesso praticate da drammaturghi e registi che a volte si ispirano ad Aristofane (per primo Marco Martinelli): l’intera produzione del commediografo ateniese del resto testimonia una frequente presenza di simili temi; sin dalla prima parte della sua commedia più antica tra quelle conservate, gli Acarnesi, Aristofane dedica un’estrema attenzione a questi argomenti e usa una grande varietà di armi (come la derisione, l’ironia, il travestimento e lo svelamento) per prendere di mira i suoi bersagli e legittimare il genere comico, come mostrano numerosi esempi.
The complex and ambiguous interactions between concepts such as true and false, fiction and reality – far beyond their simple opposition – seem to be common matters in some recent theatre productions, according to some well-known Italian critics (for instance Renato Palazzi) and they are often practiced by playwrights and directors who sometimes choose Aristophanes as inspiration (first of all, Marco Martinelli) as such themes frequently occur throughout his production; since the very first part of his oldest extant play, Acharnians, Aristophanes pays great attention to these issues and uses a wide variety of weapons (such as mockery, irony, disguise and disclosure), in order to mock his targets and to legitimate his genre, Ancient Comedy, as a few examples can show.
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