TRA PLAUTO, CODRO URCEO E MOLIÈRE
DEM201150217
Renato Raffaelli
Abstract
Nel 1956 Peppino De Filippo rappresentò l’Aulularia di Plauto, sulla base di una traduzione di Giulio Pacuvio da lui ridotta per la scena. Poiché l’originale di Pacuvio risulta introvabile, si è cercato di indicare qualche criterio che possa aiutare a distinguere ciò che è di Pacuvio da ciò che è di De Filippo. Ma soprattutto si è preso in esame il finale, molto originale, che è sicuramente opera di Peppino De Filippo, per esaminarne caratteristiche e motivazioni.
Back in 1956 Peppino de Filippo staged a production of Plautus’ Aulularia basing on a translation by Giulio Pacuvio, which De Filippo himself abridged for theatrical purposes. Since the original translation by Pacuvio is nowhere to be found, our main goal is to suggest some criteria for distinguishing between what has to be ascribed to Pacuvio and what to De Filippo. A particular attention has been given to the finale, undoubtedly the work of De Filippo, in order to examine both its characteristics and its actual goals.
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