A STRETCH OF THE IMAGINATION?
DEM201142117
Sarah Miles
Abstract
L’articolo indaga i movimenti scenici di dèi, eroi e figure mitiche nello spazio scenico delle commedie di Aristofane. Quattro delle commedie aristofanee in cui è attivo questo genere di personaggi (Pace, Uccelli, Rane e Pluto) risultano aderenti a medesimi schemi di movimento scenico, nella misura in cui il protagonista comico dev’essere il primo a prendere contatto con un personaggio divino, eroico o mitico e lo farà intraprendendo un viaggio lontano dalla polis alla ricerca di quel personaggio. In commedia, dèi, eroi e figure mitiche non appaiono in qualunque luogo e in qualunque modo, e la domanda è: perché? Come ci si rapporta agli dèi nello spazio comico? Nell’affrontare tali questioni la discussione pone i contesti della performancedrammatica a confronto con i corrispondenti contesti religiosi nei quali avviene l’interazione umano-divino. Il che offre l’opportunità di considerare la prospettiva di un pubblico formato da spettatori del V sec. a.C., che avevano esperienza tanto di teatro quanto di varie attività religiose. Vengono esaminate le modalità con cui sulla scena aristofanea la dimensione divina e quella mitica vengono rese plausibili agli occhi di spettatori le cui esistenze erano plasmate dal loro essere in relazione con dèi ed eroi. E questa relazione si riflette anche nella pièce comica. La discussione sulla commedia consente infine di istituire un parallelo con i ruoli e i movimenti delle divinità nella tragedia.
The article explores the stage movement of gods, heroes and mythical figures in Aristophanic stage space. All four of the Aristophanic comedies that contain these characters (Peace, Birds, Frogs and Wealth) are found to adhere to the same patterns of stage movement whereby the comic protagonist must be the first to initiate contact with a divine, heroic or mythical character and will do so by undertaking a journey away from the city to find that character. Gods, heroes and mythical figures do not just turn up anywhere anyhow in comedy, and the question is why. How do you deal with gods in comic space? In tackling these questions, the discussion juxtaposes the contexts of dramatic performance alongside religious contexts of human-divine interaction. This offers a way of considering the perspective of a 5th c. BCE audience who had experience both of the theatre and of various religious activities. Aristophanic stagecraft is observed for the ways in which it makes the divine and mythical plausible to audience members, whose lives were shaped by their relationship with gods and heroes. This relationship is reflected even in comic drama. The discussion of comic drama enables a comparison to be drawn with the role and movement of the divine in tragedy.
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