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Lo spazio oltre la porta

L’USO DELLA FACCIATA SCENICA NEL TEATRO DI ARISTOFANE

DEM201141117

Maddalena Giovannelli


Abstract 

Si propone un’indagine sulla funzione e il ruolo della facciata scenica come epicentro della metamorfosi dello spazio della commedia antica. La porta – e il progressivo mutare della sua identità – è da considerarsi come l’elemento che connota in massima parte la collocazione spaziale della scena. La presenza di un varco viene inoltre utilizzata come occasione per allargare virtualmente lo spazio scenico: per mezzo di tale diaframma ideale tra dentro e fuori, Aristofane si mostra capace di trascendere i limiti spaziali imposti dal perimetro scenico per arrivare ad includere una più ampia realtà extradrammatica. Il continuo legame tra interno ed esterno della facciata e la soppressione della discontinuità tra scena e retroscena sono di norma considerati espedienti drammaturgici menandrei: si cerca invece di illustrare che significativi prodromi di tale prassi possono essere rintracciati anche nel corpus di Aristofane. Attraverso un’analisi dell’utilizzo della porta emergono poi alcune istanze di interesse generale per la comprensione del teatro di Aristofane; è possibile infatti sistematizzare la semantica degli spostamenti interno-esterno; individuare quanto il controllo degli spazi interni (o extrascenici) sia determinante per la riconfigurazione eroica o vittoriosa del protagonista; mettere in luce alcuni fraintendimenti di ordine storico-letterario.


The aim of this paper is to analyse the dramatic function of the background, focussing in particular on the importance of the door for the metamorphosis of space in ancient comedy. The door – and its changing identity – has to be considered as the main indicator of the scene location; the presence of a gate can also open up the space of the stage. Through the symbolic barrier between outside and inside Aristophanes is able to go beyond the limited perimeter of the scene, thus including an extended extra-dramatic reality. The removal of discontinuity between what happens on the fore and what happens in the back of the scene has been usually considered as a Menandrean feature. The paper, however, sheds light on prodromes of such practices in Aristophanic texts. Through an attentive analysis of the way in which the door is used, one arrives at some general conclusions that prove useful for a thorough comprehension of Aristophanes’ theatre. As a matter of fact, it is possible to systematically outline a semantics of movements from the inside to the outside, and, in this perspective, to grasp the full implications of the control of spaces, in terms of the main character’s reshaped identity as hero or winner.


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