DEM201289218
Giulia Tellini
Abstract
Nel corso della sua vita artistica, l’attrice Sarah Ferrati (1909-1982) interpreta il personaggio di Medea in tre diverse messe in scena della tragedia euripidea. La prima volta, nel 1949, la recita nell’antiquata traduzione in versi di Ettore Romagnoli: lo spettacolo si svolge all’aperto, al Teatro Romano di Ostia, ed è diretto da Guido Salvini, un regista abituato a lavorare con formazioni a stampo capocomicale. La seconda volta, nel 1953, la recita nella traduzione in prosa che Manara Valgimigli ha scritto apposta per lei: lo spettacolo debutta al Teatro Nuovo di Milano, e la regia è di Luchino Visconti (classe 1906), il regista demiurgico, intellettuale e “mangiattori” per eccellenza. La terza volta, nel 1957, la recita ancora nella traduzione di Valgimigli: lo spettacolo va in onda in televisione, sul Canale Nazionale, e la regia è di lei stessa. Da Salvini a Visconti fino alla Ferrati: da un regista che è al servizio degli attori, a un regista che ordina agli attori di andare nella direzione che vuole lui, fino a una «prim’attrice» che dirige se stessa. Lungo viaggio attraverso la regia teatrale novecentesca per capire, alla fine, che il teatro «sono [e saranno sempre] gli attori».
Throughout the course of her artistic career, the actress Sarah Ferrati (1909-1982) took on the role of Medea in three productions of the Euripidean tragedy. The first of these was in 1949, performing in Ettore Romagnoli’s old-fashioned translation in verse. The play took place at the Roman Theater in Ostia and was directed by Guido Salvini, a director accustomed to working with companies of actors headed by a capocomico. The second production was in 1953, playing in the prose translation written by Manara Valgimigli specifically for Ferrati. This play opened at Teatro Nuovo in Milan under the direction of Luchino Visconti (1906), a director known as being a mangiattori par excellence. The third time was in 1957, once again performing in Valgimigli’s translation; the production was broadcast on television, on the Canale Nazionale, with Ferrati this time directing herself. From Salvini to Visconti to Ferrati: from a director at the service of his actors, to one that commands them to follow his vision, to an actress that directs herself. It is a long journey through the theatrical direction of the 20th-century to arrive at the conclusion that the actors are at the heart of theater.
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