SENECA TRAGICO E LA PERENNITÀ DEL MALE
DEM2013124119
Rosa Rita Marchese
Abstract
Il teatro di Seneca consegna allo sviluppo successivo del genere un’idea di tragico che offre, del mondo degli uomini, delle loro passioni, delle loro costruzioni, l’immagine di una impossibile redenzione dal male; la presunta discontinuità tra progetto filosofico e discorso tragico continua invece a suscitare conflitti di interpretazioni. E se invece la scelta della tragedia costituisse lo scenario complementare ideale per un intellettuale convinto che né la “caduta” né il “progresso” sono categorie sufficienti a interpretare la complessità del reale? Un sostegno convincente a questa ipotesi di lavoro proviene dalla valutazione del lavoro di radicale sperimentazione sul meccanismo e sulle funzioni della vendetta nell’Agamemnon, e dalla lettura di ben. 1, 10.
Seneca’s drama leaves up to the following development of this genre an idea of tragic, offering a representation of an impossible atonement from the evil, for men’s world, for their passions, for their frameworks; the supposed discontinuity between philosophical project and tragedy keeps on arouse conflict of interpretations. And if the choice of tragedy constitutes the perfect background for the philosopher who believes that neither the “fall” or the “development” are enough to explain the complexity of all that is real? A support persuasive for this working theory comes from the evaluation of the re-writing work on the function of vengeance in Agamemnon’s play, both from the reading of ben. 1, 10.
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