RESOCONTO A DUE VOCI DI UN’ESPERIENZA PARTECIPATA DI SCUOLA E TEATRO (LICEO CLASSICO “M. MINGHETTI”, BOLOGNA)
DEM2014175620
Annalisa Tugnoli, Nicola Borghesi
Abstract
Il nostro è il resoconto di un laboratorio che da qualche anno conduciamo presso il Liceo Classico “Minghetti” di Bologna sul teatro di Plauto. Siamo partiti dall’idea di indagare temi e forme del linguaggio comico nel teatro antico e nei suoi sviluppi nel corso del tempo, poi abbiamo approfondito lo studio del teatro plautino e messo in scena alcune commedie. I laboratori hanno coinvolto insegnanti, studenti, un attore-regista in una attività a due facce, distinte ma interdipendenti, con un unico obiettivo: tradurre una commedia plautina dal testo latino alla sua messinscena. Chi ha tradotto dal latino doveva immaginare la realizzabilità in voci, suoni, gesti, delegando ad essi una parte del senso che la parola scritta non può mai rendere; chi ha curato la messinscena ha cercato voci, suoni, gesti per dare vita alle parole scritte, in un lavoro anche di ri-lettura e adattamento, interpretando il criterio della “fedeltà all’originale” come rispetto, ma anche consapevolezza delle sue potenzialità comunicative. Ci è sembrato un modo efficace per avvicinare gli studenti di oggi all’arte di Plauto, per vederlo attraverso più sguardi e in tutti i suoi protagonisti, l’autore, il regista, l’attore, lo spettatore colto e lo spettatore empatico, figure che si moltiplicano quando si crea uno scarto fra lingua e tempo. Ci è sembrata, più in generale, una occasione per offrire ai giovani una esperienza diretta di conoscenza del teatro e delle sue convenzioni.
The present contribution is the report of a workshop on Plautus’ theatre that has been held at Liceo Classico “Minghetti” in Bologna in the last years. We started from the idea of investigating themes and forms of the comic in classical theatre and of its later developments, then we studied more in depth Plautus’ theatre and performed some comedies. The workshops involved teachers, students, an actor-director, in a double-faced activity, with a single aim: translating a comedy by Plautus from its original Latin text into a live performance. Those who translated the text had to take into account the possibility of performing the voices, sounds and gestures, so that they could transmit those meanings that cannot be transmitted by the written text. Those who created the performance, in their turn, had to find the voices, sounds and gestures to give life to the written text, by re-writing and adaptating the text, interpreting the concept of “faithfulness” as accuracy but also as awareness of the communicative potential of the performance. This seemed to us a fruitful way of getting students acquainted with Plautus’ art through a study that takes into account different outlooks and different protagonists – the author, the director, the actor, the cultivated audience and the empathic audience – that multiply themselves when there is a gap between language and time. It also seemed to us, more generally, a chance for allowing students to have a direct experience of theatre and of its conventions.
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