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Vittoriane à rebours

Silvia Romani


Abstract

This essay is a comparative reflection on two models of representation of female characters, i.e. between the puella in Roman elegiac poetry and the heroines of the Victorian plot, in order to emphasise structural similarities in the treatments of the heroines in these two different worlds. Three films, a novel and an ancient counterpart in the Roman elegy are taken into account: different plots that not only are distant in time, but also belong to different aesthetic disciplines. None the less the physical setting of the stories proves to be a way of using landscape as a mean to ground a very peculiar notion of space, i.e. the landscape as evidence of gender: a gendered space, built up in a kind of anti-pastoral, anti-elegiac way, in order to reflect the interiority of a few, brave women who surmount the boundaries of the oikos/Victorian house and find themselves in the wilderness.

Prendendo le mosse dal romanzo di John Fowles, The French Lieutenant’s Woman (1969) e dalla pellicola di Reisz del 1982 (con la sceneggiatura di Harold Pinter), il presente contributo intende indagare alcuni topos narrativi connessi al rapporto della protagonista con lo spazio, reale e metaforico, che ne ospita la vicenda. La comparazione di tre film: rispettivamente The French Lieutenant’s WomanThe Piano di Jane Campion (1993) e Adele H di François Truffaut (1975), accomunati da un milieu vittoriano, permette di confrontare il modello dell’eroina (o meglio dell’“anti-eroina”) vittoriana con l’antecedente della puella elegiaca incarnato in particolare, e per la prima volta, dalla figura di Arianna, così come viene ritratta nelle Eroidi ovidiane. Il terreno di intersezione fra due mondi cronologicamente così lontani è un’idea “emotiva” del paesaggio: un gendered space che risponde, osmoticamente, quasi naturalmente, riori dell’eroina e alla sua condizione individuale.


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