È un dato di fatto incontrovertibile che riproposizioni, riscritture, trasposizioni sulla scena, più o meno fedeli al testo, di tragedie e commedie greche e latine riscuotono ovunque straordinario successo e interesse crescente presso il pubblico contemporaneo. Naturalmente i luoghi di elezione per le rappresentazioni che hanno per oggetto i copioni classici sono gli antichi teatri che, con sempre maggior frequenza, sono tuttavia chiamati ad ospitare anche spettacoli d’ogni genere, ivi compresi concerti pop e rock, e talora con scarsa attenzione per la salvaguardia del monumento. Occorre dunque privilegiare la tutela di questo splendido patrimonio archeologico, limitandone la destinazione alle sole rappresentazioni classiche e alle visite dei turisti, meglio se accompagnati da guide competenti, o è più opportuna la prassi, ormai invalsa, di farli “vivere” per larga parte dell’anno consentendone la fruizione a cantanti e spettatori che per lo più lo utilizzano come suggestivo scenario per le loro performances? C’è poi da chiedersi in quale misura il monumento antico condizioni e determini le scelte registiche e quali siano le possibili strategie per la messa in scena di una drammaturgia che riflette culture così lontane e altre rispetto a quella odierna. Perché non v’è dubbio che ritualità e religiosità ne costituissero aspetti fondamentali e che chi oggi interviene a una rappresentazione classica non partecipa certo a un grande rito collettivo ma assiste a uno spettacolo: in questa ottica si può ben dire che quel teatro è inattuale e che necessita di una “traduzione” nella cultura e nella scena contemporanee.
Dionysus ex machina ha chiamato a discutere gli archeologi Daniele Malfitana e Salvatore Settis con Cinzia Dal Maso (“Teatri antichi: usi, abusi, sostenibilità”), i registi Antonio Calenda e Marco Martinelli con Marco De Marinis (“I testi greci e latini oggi. Messa in scena e/o messa in vita”), i filologi e antropologi del mondo antico Maurizio Bettini e Alberto Camerotto con Gigi Spina (“Drammaturgia greca e latina tra identità e alterità”).
Di seguito le registrazioni dei vari incontri