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Edipo re tra suono e immagine

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Caterina Barone


Abstract 

In staging a Greek tragedy today, directors often resort to “other” languages. These languages transcend narrative details and speak to spectators offering a simultaneously “guided” and “open” exegetical path, and leaving room for personal readings and interpretations. Our analysis and comparison focuses here on three performances characterized by the fact that, in their substantial diversity expressed on the level of both space and sound, they all embody and express the tragic in an original but effective manner.


Nel mettere in scena oggi una tragedia greca spesso i registi ricorrono a linguaggi “altri”, che superino il dettaglio narrativo e parlino agli spettatori proponendo un percorso esegetico guidato ma al tempo stesso aperto, lasciando spazio a letture e interpretazioni personali. Si pongono qui a confronto tre spettacoli che nella loro sostanziale diversità, giocata sia sullo spazio che sull’elemento sonoro, declinano in maniera originale ma efficace il sentimento del tragico.


Le foto di scena dell’Edipo Re dei Marcido Marcidorjs sono di Tommaso Le Pera; di Rock Oedipus di Manolo Muoio sono di Francesco Tenuta; dell’Oedipus di Robert Wilson sono di Lucie Jansch. 


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