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Dossier: Antigone – Presentazione

DEM201296318

Caterina Barone 


Abstract 

La densità concettuale e problematica che sostanzia il mito di Antigone alimenta un flusso interpretativo perpetuo, non solo in ambito critico, ma anche letterario e teatrale, da cui rampollano significati e sfaccettature sempre diversi, spesso con esiti paradigmatici di un’epoca: per il teatro è d’obbligo ricordare lo storico spettacolo allestito dal Living Theatre tra il 1966 ed il 1967, basato sulla lettura che della tragedia aveva dato Brecht nel 1948, ma capace di veicolare i fermenti socio-politici di quegli anni prodromici alla rivoluzione culturale del Sessantotto. 
Tra i più recenti approcci interpretativi al testo sofocleo abbiamo individuato per il dossier che qui proponiamo tre riletture legate tra loro dal comune denominatore dell’esito scenico. 
La prima, in ordine cronologico, sta alla base dello spettacolo Antigone, ovvero una strategia del rito di Elena Bucci e Marco Sgrosso, caratterizzato da una ritualità legata alla cultura popolare e del folklore, ma giocata sul terreno di una inquietante espressività novecentesca. 
Immersa nell’attualità del dibattito etico appare la seconda, Antigone, di Valeria Parrella, scrittura originale pensata per la scena e allestita nello scorso settembre al Teatro Mercadante di Napoli con la regia di Luca De Fusco. La terza è opera dell’autrice scozzese Ali Smith, concepita per un platea di giovanissimi e presentata a teatro in forma di reading


The conceptual and problematic density of the myth of Antigone gives rise to an endless flow of interpretations, of the critical but also of the literary and theatrical kind. These, in their turn, often produce results that are paradigmatic for an era: when it comes to theatre, one cannot but mention, for instance, the historic staging by Living Theatre between 1966 and 1967, which was based on Brecht’s 1948 interpretation of the tragedy, but at the same time managed to convey the socio-political unrest typical of those years preceding the cultural revolution of 1968. 
Among more recent interpretive approaches to Sophocles’ text, this paper indentifies three re-interpretations that are connected to each other by the common denominator of their scenic outcome. 
The first, in chronological order, is the basis for the show Antigone, ovvero una strategia del rito by Elena Bucci and Marco Sgrosso, a staging characterised by the rituality of popular culture and folklore but set on the backdrop of a disquieting kind of 20th century expressiveness. 
The second, Antigone, by Valeria Parrella, is immersed in the contemporary relevance of ethical debate, and is an original text conceived as a script and staged last September at the Teatro Mercadante in Naples, under the direction of Luca De Fusco. 
The third is a work by Scottish author Ali Smith, conceived for a very young audience and performed in theatres in the form of a reading.


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